Revisione protesi ginocchio
Revisione protesi ginocchio: cos'è e quando è necessaria
L’intervento di protesi di ginocchio generalmente libera il 90% dei pazienti dal dolore cronico all’articolazione permettendo loro di tornare a vivere serenamente la propria quotidianità. Può succedere però che la protesi di ginocchio vada incontro a complicanze.
In questi casi l’ortopedico specialista del ginocchio può consigliare di sottoporsi a un secondo intervento, quello di revisione di protesi di ginocchio, durante il quale il chirurgo rimuove e sostituisce le componenti danneggiate.
![Chirurgo ortopedico Francesco Falez Chirurgo ortopedico Francesco Falez](https://www.francescofalez.it/wp-content/uploads/2019/02/falez07low.jpg)
Cause che determinano la sostituzione di protesi di ginocchio
Le protesi di ginocchio dolorose possono spingere l’ortopedico a indagare e valutare un intervento di revisione protesica. Le cause principali che determinano questa scelta sono:
- la protesi di ginocchio infetta
- mobilizzazione asettica della protesi di ginocchio e usura dell’impianto
- instabilità e rigidità articolare
- fratture periprotesiche
La protesi di ginocchio infetta
Fattori quali diabete, obesità, infezioni in altre sedi, insufficienza renale e respiratoria possono favorire l’insorgenza di un’infezione, che può manifestarsi in momenti diversi: in ospedale, durante il periodo di degenza in casa, o anni dopo l’intervento.
I sintomi di una protesi di ginocchio infetta consistono nella comparsa di dolore, rigidità, gonfiore, e l’unico modo per risolverla è ricorrere all’intervento di revisione del ginocchio.
In questo caso è importante rivolgersi a uno specialista il prima possibile.
Mobilizzazione asettica protesi di ginocchio e usura dell'impianto
Nonostante la cementazione dell’impianto, che viene effettuata durante l’intervento di protesi, può succedere che si crei un “allentamento” del legame tra osso e protesi. È il caso di quella che viene chiamata mobilizzazione asettica della protesi di ginocchio.
Le cause non sono definite, ma possono essere collegate a un sovraccarico dell’articolazione dovuto a un’intensa attività fisica, sovrappeso e usura delle componenti protesiche. La mobilizzazione della protesi di ginocchio può dipendere anche da un processo di deterioramento dell’osso, chiamato osteolisi, generato dal tentativo dell’organismo di assorbire particelle che si distaccano dalla protesi di polietilene.
Sintomo principale della mobilizzazione è il dolore all’articolazione.
Instabilità e rigidità articolare
A distanza di tempo da un intervento di artroprotesi di ginocchio alcuni pazienti possono riscontrare instabilità o rigidità nell’articolazione. L’instabilità di ginocchio può essere determinata da un danneggiamento o sbilanciamento dei legamenti, troppo deboli per mantenere la protesi nella posizione corretta. In questo caso il paziente può notare un gonfiore ricorrente e una sensazione di “cedimento”. Il ginocchio rigido e la difficoltà di movimento possono invece dipendere dalla formazione di un eccesso di tessuto cicatriziale.
Le soluzioni non chirurgiche sono il potenziamento muscolare e la chinesiterapia nel caso dell’instabilità articolare, e la “manipolazione in narcosi” (mobilizzazione operata dal chirurgo ortopedico per rompere le aderenze cicatriziali) nel caso della rigidità. Quando queste falliscono l’intervento di revisione della protesi di ginocchio è l’unica strada percorribile.
Frattura periprotesica di ginocchio
L’osso che si trova vicino alla protesi può rompersi rendendo necessario un intervento di revisione. Lo specialista che deve eseguire l’intervento decide quale strategia adottare in base al punto in cui si è verificata la frattura, le condizioni del paziente e dell’osso, e delle parti che compongono la protesi.
Nel caso di pazienti anziani, quelli maggiormente soggetti ai danni derivanti da una caduta, il chirurgo ortopedico può valutare la sostituzione dell’osso rotto con componenti protesiche più “grandi”.
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Diagnosi fallimento protesi di ginocchio
A seguito della comunicazione di sintomi rilevanti da parte del paziente, lo specialista prescrive esami strumentali necessari per valutare la scelta di un nuovo intervento.
Gli esami generalmente richiesti sono:
- esami del sangue e un eventuale artrocentesi volti a identificare eventuali infezioni e il batterio che le ha causate
- esame RX del ginocchio
- TC per avere un riscontro sulla posizione assunta dalle protesi e RM per riguardo ai tessuti intorno alla protesi
- Scintigrafia ossea con leucociti marcati o tecnezio
Intervento di revisione della protesi di ginocchio
La revisione della protesi di ginocchio, per la sua maggiore complessità, richiede una pianificazione preoperatoria molto accurata volta ad agevolare il chirurgo e rendere l’operazione totalmente sicura per il paziente.
La sostituzione di protesi di ginocchio dura generalmente tra le 2 e le 3 ore.
Può riguardare una sola parte dell’impianto o tutte e tre (femore, tibia e rotula) e anche l’osso, che può essere soggetto a ricostruzioni o sostituzioni tramite innesti metallici o ossei.
Il chirurgo ortopedico, a seguito dell’incisione:
- valuta lo stato e la posizione delle componenti della protesi, le condizioni dei tessuti molli (per rilevare eventuali infezioni) e dell’osso (verificando la presenza di fratture o lisi)
- attraverso l’impiego di tecniche chirurgiche e strumenti specializzati rimuove l’impianto presente e il cemento se utilizzato durante la prima operazione
- inserisce le componenti di revisione e al termine dell’operazione verificherà la funzionalità del ginocchio
Solitamente il successo dell’intervento dipende da variabili quali il numero di interventi precedentemente effettuati sull’articolazione, la qualità e le condizioni dell’osso disponibile e dei muscoli.
Recupero e riabilitazione
Prima che il paziente possa tornare a svolgere in autonomia le attività quotidiane potrebbero passare diverse settimane. Non ci sono tempi di recupero prestabiliti e uguali per tutti: modalità e tempistica dipendono dal quadro clinico del paziente. Si tratta sicuramente di un percorso impegnativo, che inizia in ospedale per poi proseguire in casa o presso un centro di riabilitazione se ritenuto necessario. In ogni caso, sarà di fondamentale importanza seguire le indicazioni del medico e del fisioterapista rispetto agli esercizi e i movimenti da evitare per non sollecitare eccessivamente il nuovo impianto.
Chiarisci ogni dubbio contattando il medico.